Dopo anni di costante calo le attività della pirateria marittima tornano a registrare un incremento. I pirati hanno infatti attaccato 43 navi e catturato 58 marittimi nei primi quattro mesi del 2017 secondo i dati diffusi dall’International Maritime Bureau (IMB).
Le acque dello Yemen (la guerra nel paese arabo ha favorito la ripresa delle attività piratesche), quelle nigeriane, somale, indonesiane e delle Filippine Meridionali risultano le aree a maggior rischio.
Ben 33 navi sono state abbordate e 4 colpite con armi da fuoco solo nel primo trimestre del 2017 e nelle acque somale sono stati sequestrati due mercantili e altri 4 sono stati attaccati senza successo, cosa che non avveniva dal 2012 grazie alla presenza di flotte internazionali e soprattutto alla presenza di guardie armate a bordo dei mercantili.
In realtà I pirati sonali hanno abbordato in aree costiere due piccole unità, una nave cisterna e un dhow, catturando e poi liberando I 28 uomini di equipaggio ma nessuna delle due unità seguiva le indicazioni di sicurezza previste per la sicurezza della navigazione in quelle acque (le cosiddette Best Management Practices for Protection against Somalia Based Piracy).
A favorire la ripresa delle incursioni dei pirati contribuisce secondo la flotta europea (Eunvfor Atalanta) il progressivo ridimensionamento della presenza navale militare in quelle acque e la disponibilità crescente di armi offensive in dotazione ai pirati in seguito all’escalation del conflittoo yemenita e al perdurare dell’instabilità somala.
Nel Golfo di Guinea si sono verificati il 63% dei sequestri di membri di equipaggio registrati nei primi mesi dell’anno con 17 marittimi presi in ostaggio in attacchi su tre diverse navi attaccate al largo delle coste dell’Africa Occidentale tra 30 e 60 miglia mentre altri tre mercantili sono stati attaccati senza successo a oltre 110 miglia dalle coste.
Nelle acque delle Filippine Meridionali sono state attaccate 9 navi (contro i soli 2 attacchi registrati nel primo quadrimestre del 2016) mentre 2 marinai sono stati uccisi e 5 sequestrati per incassare riscatti.
Anche in questa regione l’allentamento delle misure di sicurezza marittime che negli anni scorsi aveva ridotto il fenomeno piratesco hanno contribuito alla ripresa delle incursioni e degli abbordaggi.
Uno srtudio dell’organizzazione Oceans Beyond Piracy, che da anni monitora il fenomeno della pirateria, rivela che I costi determinati dalla pirateria in Africa Occidentale hanno raggiunto 1,7 miliardi di dollari nel 2016 contro 1,3 miliardi nel 2015 mentre nel 2010, anno di maggiore intensità degli attacchi della pirateria somala, aveva superato i 7 miliardi.
* Articolo tratto da Analisi difesa.