Il sindacato Fit Cisl lancia l’allarme sulle conseguenze negative per il personale imbarcato sulle navi della norma che vieta il pagamento degli stipendi in contanti, in vigore dal 1° luglio 2018.

Dal primo luglio, in Italia nessuna impresa può pagare lo stipendio dei dipendenti in contanti, ma deve usare solo strumenti di pagamento tracciabili. Questa norma, attuata per contrastare l’evasione fiscale e contributiva, può creare problemi ai marittimi, soprattutto quelli imbarcati sulle lunghe rotte internazionali. Lo afferma una nota della Fit Cisl, spiegando che: “di norma, il datore di lavoro anticipa ai dipendenti una parte dello stipendio in contanti in modo che possano all’occorrenza comprare beni di necessità, come farmaci, e altro anche in località in cui la moneta elettronica non è ben accetta. Da quando il divieto è entrato in vigore riceviamo richieste di aiuto, per esempio da chi si trova a pagare alte commissioni se prova a prelevare banconote con le proprie carte in un Paese straniero”.
Così, il sindacato ha esposto il problema al ministero dei Trasporti, il cui direttore Mauro Colletta ha inviato, il 26 giugno, una nota ai ministeri dell’Economia e del Lavoro per stabilire una deroga al divieto per i marittimi. “A oggi non ci risulta una risposta ufficiale dai due ministeri”, dichiara il sindacato, che chiede al Governo un intervento immediato con un emendamento al Decreto Dignità perché “il divieto è una palese violazione di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale e dalla regola A2.2 comma 2 della Mlc 2006, la Convenzione internazionale sul lavoro marittimo”.

*Articolo tratto dalla testata giornalistica © TrasportoEuropa